17 nov.2007 – CONSIGLIO DIRETTIVO

Presso la sede di Chiesa Nuova, nella sala della comunità, si è svolta la riunione del Consiglio direttivo dell’Associazione Assisi Pax International. Con il Presidente Gianfranco Pinotti ed il Presidente H. P. GianMaria Polidoro erano presenti tutti i Consiglieri: Busti Cristiano, Casadei Mario, Cecinelli Nazareno, Fittuccia Simone vice presidente, Marisi Luigi, Napoleone Delio, Navazio Navarro Gerardo vice presidente, Pennazzi Antonello Maria segretario economo.
Dopo aver ascoltato una breve relazione sul passato da parte del Presidente e di P. GianMaria, la discussione di fondo è stata incentrata sulla futura attività dell’associazione. Le proposte, fatte con precisi riferimenti alle varie possibilità, sono state molte ed interessanti. Ogni Consigliere ha preso l’incarico di attuare una o più scelte ipotizzate o decise. A mano a mano che saranno attuate, si parlerà delle scelte operate. Per ora si può comunicare la riattivazione di una onlus che era già costituita. Di tale riattivazione l’incarico è dato al segretario Pennazzi. Altra scelta operata ed ora comunicabile è l’organizzazione di un grande evento da attuarsi tra il giugno e l’ottobre 2008 (Pinotti, Cecinelli, Napoleone, Fittuccia). Inoltre si può anticipare che l’assemblea 2008 si terrà tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 2008; probabilmente il primo sabato di marzo.
Ci si attiverà per il copyright del marchio anche a livello internazionale; ed inoltre per produrre il distintivo dell’associazione e qualche gadgets (Casadei). Si prospetta una visibilizzazione su Assisi (Busti, Cecinelli, Casadei). Si pensa inoltre alla dotazione di maggiori economie per l’associazione ed incontri con personalità (Navarro). Marisi poi penserà all’attuazione di murales per promuovere Assisi Pax.
Notizia che certamente fa piacere è quella della attività del “dott. Benone” di Mariano Piscopo (cfr. riferimento nella newsletter dello scorso 12 novembre).
Il Consiglio inoltre si complimenta col Consigliere Delio Napoleone che a tutti ha fatto omaggio del nuovo mensile EUROPAITALIA – il mensile di chi produce, crea e pensa europeo- da lui ideato e promosso e di cui è presidente del comitato di redazione.

CONVOCAZIONE DIRETTIVO A.P.I.

ASSOCIAZIONE ASSISI PAX INTERNATIONAL

AVVISO DI CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO

I Signori componenti il Consiglio Direttivo dell’ASSOCIAZIONE ASSISI PAX INTERNATIONAL sono convocati presso la sede sociale sita in Assisi, Convento di Chiesa Nuova, per il giorno 17/11/2007 alle ore 16,00 per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO
– Introduzione Spirituale di Gianmaria Polidoro;
– Relazione e proposte del Presidente;
– Relazione di Padre Gianmaria Polidoro sugli avvenimenti del periodo trascorso;
– (Argomenti che si reputano di maggiore considerazione sono: Attivazione della ONLUS; eventuale presenza di Assisi Pax in San Masseo; possibilità di finanziamento)
– Varie ed eventuali.
Assisi, 5 novembre 2007

IL SEGRETARIO
ANTONELLO PENNAZZI

QUESTA BENEDETTA SCUOLA LIBERA

L’Agesc: le casse pubbliche risparmiano 6 miliardi di euro.

Un risparmio di sei miliardi e 200 milioni di euro. A tanto ammonta, secondo un dossier realizzato dall’Associazione genitori delle scuole cattoliche (Agesc), il «mancato esborso» dalle casse dello Stato in campo educativo, dovuto proprio alla presenza degli istituti paritari.
Un costo che lo Stato dovrebbe accollarsi nteramente «se le nostre scuole dovessero improvvisamente chiudere e il milione di studenti, dalla scuola dell’infanzia alle superiori, si scrivesse negli istituti statali», sottolinea Maria Grazia Colombo, presidente nazionale dell’Agesc.

Cifre che stonano rispetto alle incredibili accuse di presunti favori economici verso la scuola paritaria, quella cattolica in particolare.
«Abbiamo preso in esame gli stanziamenti fatti per la paritaria dal 1996 al 2006 – spiega ancora la presidente –, dunque con la copertura di due legislature con governi di diverso colore. I dati dimostrano che l’operato delle diverse maggioranze succedutesi al governo del Paese è stato ampiamente insufficiente».

La situazione di partenza vedeva due capitoli di spesa nel 1996: uno per le scuole materne (intorno ai 100 milioni di euro) e uno per le elementari parificate (una trentina di milioni di euro), per uno stanziamento totale di circa 134 milioni.
Nel 2000 venne approvata la legge numero 62 sulla parità scolastica, che aumentò l’importo complessivo di 179 milioni di euro, di cui 144,6 per le materne, 30,9 per le elementari e 3,6 per l’integrazione degli alunni disabili.
Nella Finanziaria 2001, l’ultima del governo di centrosinistra, i contributi arrivarono a 473 milioni di euro, di cui 349 per le materne, 118 per le elementari, 5,5 alle secondarie e 3,6 per l’integrazione dei disabili.
Dopo aver governato per i successivi cinque anni, il centrodestra portò il bilancio complessivo (Finanziaria 2006) a 532 milioni di euro (più 59). Cifra salita, nell’ultima Finanziaria 2007 del governo Prodi a 566,8 milioni con la seguente distribuzione: 355 alle materne, 160 alle elementari, 6,9 alle secondarie, 10 per l’integrazione dell’handicap, 4,5 per la legge 440 sulle secondarie paritarie e 30 del bonus dei genitori per l’anno scolastico 2005/06.

E proprio partendo dalle cifre 2007, il dossier dell’Agesc fa i conti in tasca allo Stato.
A cominciare da quanto spende per ogni singolo studente.
Si scopre così che un bambino della materna statale costa 6.116 euro, un alunno della primaria 7.366, uno studente delle medie 7.688 e uno
delle superiori 8.108.
Nello stesso tempo lo Stato, attraverso i contributi erogati in bilancio, spende per uno studente iscritto alla paritaria: 584 euro alla materna, 866 alla primaria, 106 alla media e 51 euro alle superiori.

Facile a questo punto fare la differenza tra le due cifre, tenendo conto che stiamo parlando di scuole appartenenti all’unico sistema scolastico pubblico integrato, come recita l’articolo 1 della legge 62 del 2000.
L’Agesc ha così calcolato che per un bambino iscritto alla materna paritaria lo Stato risparmia 5.532 euro, che diventano 6.500 alle elementari, 7.582 alle medie e raggiungono gli 8.057 alle superiori.

Ma i «contabili» dell’associazione sono andati oltre quantificando anche il risparmio complessivo che ottiene lo Stato non gestendo il milione di studenti degli istituti paritari: 3,436 miliardi di euro alle materne, 1,202 miliardi nelle elementari, 496 milioni per le medie e 1,110 miliardi alle superiori.
Totale: 6 miliardi e 245 milioni di euro che le casse dello Stato non devono sborsare.
Sei miliardi di risparmio a fronte di un investimento di 566 milioni.
Le cifre parlano da sole, «evidenziando la convenienza della nostra esistenza per lo Stato – commenta la presidente dell’Agesc –.
Un’evidenza così chiara che non si comprende come non passi l’idea che occorra evitare l’estinzione di questa realtà educativa », se non altro per motivi economici.

E dopo aver fatto legittimamente i conti in tasca allo Stato, l’Agesc passa alla fase propositiva, rivolgendo un appello bipartisan: «Offriamo il nostro contributo affinché possa costituirsi una ampia maggioranza politica trasversale fra gli schieramenti, capace di fornire risposte concrete alle problematiche delle scuole paritarie e delle famiglie che le scelgono per i propri figli».

Un auspicio che si concretizza nella richiesta di un «incremento di 233,5 milioni di euro, in modo da portare l’investimento complessivo in Finanziaria 2008 a 800 milioni di euro, di cui 440 alle materne, 250 alle elementari, 40 a medie e superiori e 70 all’integrazione per i disabili».
Un aumento che corrisponde «al 3,7% di quanto lo Stato risparmia con la mancata frequenza delle scuole statali da parte degli studenti delle scuole paritarie».
Del resto, sottolinea il dossier dell’Agesc, «le risorse destinate alle materne sono ferme, se non addirittura diminuite, già da quattro esercizi finanziari, a fronte di un incremento dell’utenza».
Nelle elementari «occorre superare l’esiguità dei fondi che porta ad avere istituti paritari con convenzioni e altri privi, proprio perché i fondi non coprono tutte le realtà».
Una scarsità di fondi ancora più evidente nel ciclo superiore, «dove bisogna passare dagli attuali 7 ad almeno 40 milioni per assegnare davvero fondi a tutti gli istituti».
Spetta ora al mondo politico e al governo dare una risposta.

INCREDIBILE MA VERO. COSTI PER LO STATO:
– un bambino della materna statale 6.116 euro, 584 euro se alla paritaria;
– un alunno della primaria statale 7.366 euro, 866 euro se della paritaria;
– uno studente delle medie statali 7.688 euro, 106 euro se di una paritaria;
– uno delle superiori statali 8.108 euro, 51 euro se in una paritaria.

GIORGIO LA PIRA

Giorgio La Pira il sindaco di Firenze potrebbe presto essere proclamato santo. Noi lo ricordiamo particolarmente perché a suo tempo iniziò alla grande una attività di promozione della pace.

ROMA, lunedì, 5 novembre 2007 (http://www.zenit.org/ – ZENIT.org).- “La causa di canonizzazione di Giorgio La Pira cammina speditamente.” afferma il Cardinale José Saraiva Martins, C.F.M., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi in una intervista concessa al quotidiano della Santa Sede, “L’Osservatore Romano” in occasione dei trent’anni dalla morte di Giorgio La Pira (1904-1977) e per la benedizione della sua nuova tomba.

La salma del “sindaco santo” di Firenze è infatti stata traslata dal cimitero periferico di Rifredi, dove nel 1977 fu sepolto, all’interno della basilica, dove abitava condividendo la preghiera, da terziario domenicano, con i frati.

“Ho conosciuto La Pira quando ero seminarista qui a Roma. Rimasi subito affascinato. E l’ho sempre seguito. La mia ammirazione per lui è sempre più grande. Per me è uno dei modelli più alti di santità laicale”, ha dichiarato.

“Il mondo, la Chiesa ha bisogno di santi come La Pira. Penso al suo coraggio, alla sua speranza, al suo essere cristiano senza paura di professare la propria fede in ogni situazione”.

Il porporato ha quindi lodato “la sua testimonianza di povertà”, “il suo distacco dal danaro, il suo passare per le strade di Firenze con la gioia di chi è davvero povero tra i poveri”.

“Per questo la sua testimonianza profetica non è superata; è ancorata a Cristo”.Il suo vero carisma, era “la capacità di essere testimone della speranza cristiana, dovunque, nella Chiesa, nella vita pubblica, nel mondo”.

Giorgio La Pira nasce a Pozzallo (Ragusa) il 9 gennaio 1904 da un’umile famiglia. Laureatosi in Giurisprudenza si trasferisce a Firenze, dove nel 1934 ottiene la cattedra di Diritto romano e dà vita alla Messa di San Procolo per l’assistenza spirituale e materiale dei poveri, così chiamata dalla chiesa abbandonata che la ospitò inizialmente.

Icontrerà Cristo all’età di vent’anni e nel 1924 vive “la prima santa Pasqua”. Tra il 1929 ed il 1939 svolge un’intensa attività da studioso che lo mette in contatto con l’Università Cattolica di Milano. Si dedica appieno all’Azione Cattolica giovanile e alla pubblicistica cattolica, scrivendo in numerose riviste, tra cui il famoso Frontespizio.

Nel 1939 fonda e dirige la rivista Principi nella quale – in pieno regime fascista, che ne vieterà presto la pubblicazione – pone le premesse cristiane per un’autentica democrazia.

Arriva poi il 1943, anno di nascita del foglio clandestino San Marco, mentre la polizia segreta fa di tutto per arrestarlo. Raggiunta Roma, nell’anno successivo tiene all’Ateneo Lateranense – su iniziativa dell’Istituto Cattolico Attività Sociali – un corso di lezioni pubblicate sotto il titolo Le premesse della politica.

Sindaco di Firenze dal 1951 al 1958 e poi nuovamente dal 1961 al 1965 lasciò una traccia indelebile nella coscienza e nel volto di questa città attraverso le numerose realizzazioni amministrative e le straordinarie iniziative di carattere politico e sociale. Moltissime le opere di ricostruzioni da lui promosse nella periferia, e costante il suo impegno a difesa dei lavoratori e a sostengo dei poveri.

Giocò un ruolo importante nella elaborazione della Carta Costituzionale sostenendo il valore immanente della persona emana e l’inviolabilità dei suoi diritti fondamentali; lottando anche per l’inserimento del diritto al lavoro come elemento inalienabile della dignità dell’uomo.

Il 6 gennaio 1951, in ginocchio davanti all’altare di San Flippo Neri nella Chiesa Nuova a Roma, La Pira capisce che la sua nuova vocazione è quella di dedicarsi interamente alla pace.

In una lettera inedita del 16 aprile 1974, resa nota da “L’Osservatore Romano” (4 novembre 2007) scriverà che la pace è legata alla pace della famiglia di Abramo e al destino politico, storico e geografico dei popoli che vivono in Terra Santa.

Nel recarsi nel 1959 in URSS, La Pira, davanti al Soviet Supremo al Cremlino, affrontò oltre alla questione del disarmo anche il tema della libertà religiosa come elemento essenziale di un processo completo di edificazione pacifica. Negli incontri tenuti con gli intellettuali più rappresentativi del paese, invece, esortò più volte a disfarsi dei rottami dell’ateismo di Stato.

Emblematici i “Convegni per la pace e la civiltà cristiana”, promossi da La Pira a Firenze dal 1952 al 1956, allo scopo di favorire l’amicizia tra cristiani, ebrei e musulmani.

La Pira lavorò sempre al servizio del bene comune, sottraendosi ai condizionamenti del potere ed alla ricerca del prestigio o dell’interesse personale. Alimentò sempre l’impegno civile e politico con la preghiera, in una continua tensione tra contemplazione e azione.

Nutriva una profonda devozione per la Santissima Trinità e in merito all’importanza dell’Eucaristia affermava: “Il cristianesimo è tutto nell’Eucaristia […]. Così si edifica il corpo di Cristo, il popolo cristiano, la città di Dio e, sul suo modello, la città umana […]. L’Eucaristia organizza il popolo del Signore, edifica le città, i popoli, le nazioni e la civiltà”.