COMUNITA’

Carissimi/e, la data 18 maggio 2020 reca in sé un senso di sollievo. Ci parla di riapertura. O meglio, di un nuovo inizio di vita meno costretta in casa a motivo di pandemia. E già sogniamo passeggiate tra i boschi, sole sulle spiagge, merende sui prati. Ma in prospettiva, forse, dovremmo pensare ad una vita in cui ci saranno rapporti interpersonali molto cambiati. Dovremo forse reimparare a “fare comunità”. L’esperienza passata ci spingerà a ripensare e creare rapporti dove odio, guerre, soprusi, interessi personali non siano più accettabili e ci appariranno contro natura. Probabilmente per aver dimenticato nel nostro recente passato quei messaggi che vengono dall’Alto. Costruire un nuovo tipo di comunità?  Ma quale comunità? All’interno del nostro orticello, o nel solo ambito della nostra città, del nostro Stato, del Continente? Ma, e perché non nel mondo? Ed ecco una domanda: come si crea una Comunità al posto di un raggruppamento? Una proposta io l’avrei e me l’ha insegnata la Bibbia là dove ci parla della creazione: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gen. 1,27). Io penso che dovremmo imparare a leggere meglio la Bibbia per trarne intelligenza e vita. Mi domando: cosa vuol dire “a sua immagine?” Vuol dire che ogni essere umano ha in sé una somiglianza con Dio. Ha, cioè, un dono di Dio che lo fa assomigliare in un qualche modo a Lui. Allora, ogni volta che incontro una persona, posso domandarmi: quale somiglianza con Dio posso scoprire in lui/lei, nel mio amico/a, o anche in un passante che incrocio in piazza? E in un popolo? Provate a porvi una simile questione. Vi assicuro che a poco a poco scoprirete cosa significhi creare una Comunità: ad esempio una Comunità cittadina, religiosa, nazionale, di gruppo …e così via. Faremo allora esperienza anche di quella Comunità che ha nome “Assisi Pax International”; e sarà meraviglioso. A tale proposito, vi racconto come il Signore mi ha fatto scoprire questa strada verso ogni Comunità. Come alcuni di voi sanno, si tratta di una esperienza fatta quando ho avuto occasione di incontrare qualcuno/a delle “brigate rosse”. Le ricordate? Cercavo di intavolare un discorso religioso o almeno umano con un uomo. Ma c’era un muro alto ed invisibile che non riuscivamo ad abbattere. Di fronte a tale impossibilità, lo salutai con un saluto per me semplice: allora dà un bacione da parte mia al tuo bambino. E fu come un colpo di sole che gli illuminò il volto e riaccese discorso ed amicizia. Spesso mi son chiesto il perché di tale cambiamento. E l’ho capito più tardi. Avevo toccato la parte di quel papà in cui si nascondeva la “somiglianza” che Dio gli aveva impresso quando lo aveva inviato sulla terra. Io penso che possa essere indicato col termine: Tenerezza. Ecco, mi son detto: noi possiamo fare Comunità quando riusciamo a scoprire i singoli doni che Dio ha diffuso in ciascuno di noi. Ed ora, a cento anni dalla nascita di san Giovanni Paolo II, invito tutti a studiare come egli sapesse fare Comunità e di insegnarlo a noi. E dal cielo impetri per tutti la benedizione di Dio.

GianMaria Polidoro ofm