MORATORIA ANCHE SULL’ABORTO?

PRIMA CHE SI SCATENI ANCORA UNA GUERRA IDEOLOGICA IN ITALIA, RIPORTIAMO UNA PRECISAZIONE E UNA INFORMAZIONE.
SPERIAMO DI SUSCITARE UN SERENO DIBATTITO SULL’ARGOMENTO.

In Italia occorre applicare la legge 194 sull’aborto in senso
coerente alla sua prima finalità, che è quella della prevenzione
dell’interruzione di gravidanza.

Inoltre occorre ripensare alcuni passaggi della stessa normativa in
considerazione dei progressi scientifici, terapeutici e diagnostici
compiuti negli ultimi trent’anni: il cardinale Camillo Ruini,
vicario di Roma, è intervenuto così nel dibattito relativo alla legge
194, nato anche in seguito a una campagna per la moratoria
dell’aborto lanciata dal quotidiano “Il Foglio”.

“Credo – ha affermato il cardinale in un’intervista concessa il 31
dicembre al Tg5 – che dopo il risultato felice ottenuto riguardo alla
pena di morte fosse molto logico richiamare il tema dell’aborto e
chiedere una moratoria, quantomeno per stimolare, risvegliare le
coscienze di tutti, per aiutare a rendersi conto che il bambino in
seno alla madre è davvero un essere umano e che la sua soppressione è
inevitabilmente la soppressione di un essere umano. In secondo luogo –
ha detto ancora Ruini – si può sperare che da questa moratoria venga
anche uno stimolo per l’Italia, quantomeno per applicare
integralmente la legge sull’aborto che dice di essere legge che
intende difendere la vita, quindi applicare questa legge in quelle
parti che davvero possono essere di difesa della vita e forse, a
trent’anni ormai dalla legge, aggiornarla al progresso scientifico
che ad esempio ha fatto fare grandi passi avanti riguardo alla
sopravvivenza dei bambini prematuri. Diventa veramente inammissibile –
ha concluso il cardinale – procedere all’aborto a una età del feto
nella quale egli potrebbe vivere anche da solo”.

La campagna per la moratoria dell’aborto lanciata dal quotidiano
diretto da Giuliano Ferrara, è partita il 21 dicembre, quando sulle
colonne del giornale è apparso l’annuncio di un digiuno (ma con
assunzione di liquidi) da rispettare a partire dalla vigilia di
Natale fino al primo giorno dell’anno nuovo, al fine di destinare il
denaro così risparmiato al movimento per la vita e ai centri di
assistenza che lavorano contro l’aborto. Il giorno precedente il
cardinale Renato Raffaele Martino, nel corso di una intervista
concessa a “L’Osservatore Romano” in merito alla moratoria della pena
di morte, aveva spiegato che “i cattolici non considerano il diritto
alla vita trattabile caso per caso o scomponibile”. E, aveva aggiunto
il cardinale, presidente dei Pontifici Consigli della Giustizia e
della Pace e della Pastorale per i Migranti e gli
Itineranti, “l’esempio più evidente è quello dei milioni e milioni di
uccisioni di esseri certamente innocenti, i bambini non nati”.

(©L’Osservatore Romano – 2-3 gennaio 2008)


RIPORTIAMO DA CORRIERE DELLA SERA
LINEE-GUIDA A CONFRONTO
Aborto: le indicazioni per i casi-limite
In quattro documenti gli orientamenti degli esperti: dall’eutanasia alla rianimazione del feto

ROMA – Cosa fare quando un feto, dopo un intervento di interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), nasce vivo? La legge 194 afferma che in presenza di segni vitali il piccolo va rianimato.
In quattro documenti, gli orientamenti degli esperti: si passa dalla posizione drastica dei medici olandesi, favorevoli alla eutanasia nei casi più gravi, a quella degli esperti italiani, secondo i quali nell’immediato il feto va rianimato e poi, in base alle sue condizioni, si decide se procedere solo a cure compassionevoli.

DOCUMENTO SOCIETÀ SCIENTIFICHE: STOP CURE A TROPPO PREMATURI – Astensione dalle cure intensive per i nati troppo prematuri, ovvero dalla 22/ma alla 24/ma settimana, per i quali le chances di sopravvivenza sono bassissime e i trattamenti si configurerebbero come un accanimento terapeutico. È l’indicazione contenuta nel documento messo a punto nel 2006 da nove società scientifiche, l’ordine dei medici della toscana e il comitato di bioetica regionale. La premessa è una fredda statistica: il 30-35% dei neonati prematuri, di 22, 23 o 24 settimane di gestazione, muore in sala parto; il 45% circa viene sottoposto a cure intensive e muore durante la terapia, la sopravvivenza è del 25%, ma il 95% dei sopravvissuti riporta gravi handicap cerebrali. In Italia, dove ogni anno nascono circa 600 mila bambini, quelli di 22 settimane sono lo 0,60 per mille, di 23 lo 0,55 per mille e quelli di 25 lo 0,50; in totale i molto prematuri sono l’ 1,65 per mille.

LINEE GUIDA NEONATOLOGI CATTOLICA, NO ACCANIMENTO – Nel 2006, i neonatologi e il Centro di bioetica dell’Università Cattolica di Roma mettono a punto delle «linee guida per l’astensione dall’accanimento terapeutico nella pratica neonatologica». In caso di età gestazionale incerta, l’indicazione è di rianimare il feto vitale «fatta salva la possibilità di rinunciare agli interventi successivi se c’è una situazione di incompatibilità con la vita». Sotto le 22 settimane, le linee guida prevedono l’astensione da intubazione e ventilazione e il trattamento con sole cure palliative e analgesici; per feti vitali a 23 e 24 settimane si prevedono intubazione, ventilazione e rianimazione cardiocircolatoria.

PROTOCOLLO DI GRONINGEN, EUTANASIA IN CASI INCURABILI – Nel 2004, in Olanda si applica il cosiddetto protocollo di Groningen: è prevista l’interruzione della vita di bambini sotto i 12 anni, inclusi neonati, con malattie incurabili e che provocano sofferenze «intollerabili».

CODICE MANGIAGALLI, ABORTO SOTTO 22 SETTIMANE -Nel 2004, la Clinica Mangiagalli di Milano emana una «raccomandazione» interna affinchè si evitino gli aborti terapeutici dopo la 22/a settimana di gestazione.

02 gennaio 2008