SUL NATALE di Marcello Salerno

Riflessione sul Natale di Marcello Salerno La scorsa estate lessi su un giornale locale una notizia che mi lasciò attonito. Una giovane madre che si trovava a passeggiare sulla spiaggia con un neonato in braccio sentì la necessità di fermarsi, poiché il bimbo aveva fame. Individuò un ombrellone vuoto in uno dei tanti stabilimenti della riviera e si sedette per qualche minuto per svolgere una delle funzioni più belle e naturali che una madre può compiere: allattare il proprio bambino. Un vicino di ombrellone, che evidentemente riteneva la signora una “abusiva”, avvertì subito il titolare dello stabilimento, il quale prontamente invitò la signora ad alzarsi poiché l’ombrellone non era il suo e non poteva occuparlo. A nulla valsero le considerazioni della signora che spiegò che l’ombrellone era libero e che sarebbe rimasta lì appena qualche minuto, il tempo necessario ad assolvere ad un bisogno primario per un bambino. Il titolare dello stabilimento fu irremovibile, tanto che ne scaturì un diverbio talmente acceso da richiedere addirittura l’intervento delle forze dell’ordine. Maleducazione? Ignoranza? Prepotenza? Probabilmente di più, ma è inutile cercare i termini più adeguati. Tuttavia l’episodio è significativo. Nella frenesia della quotidianità e nella schizofrenia di certi meccanismi economici e sociali, si viene talvolta colpiti da una sorta di cecità che non permette più di riconoscere gli elementi fondamentali del nostro vivere civile, la sacralità della maternità, la straordinarietà della vita umana. Questa estate, mentre leggevo la notizia, ripensavo a quel bimbo che dovette nascere in una grotta a Betlemme. L’evangelista ci ricorda: “non c’era posto per loro in albergo”. E nessuno, se non pochi umili pastori, lo hanno accolto, hanno riconosciuto la sacralità di ciò che stava accadendo. Spesso, ancora oggi, Betlemme è qui.