AUGURI DI PASQUA 2016

AUGURI DI PASQUA 2016

Carissimi/e, con il Presidente Gerardo Navazio stavamo preparando parole belle per inviare a tutti voi gli auguri di una Pasqua piena di gioia, quando dai telegiornali è esplosa la notizia degli attentati a Bruxelles e la nostra gioia si è di colpo tramutata in tristezza e poi in sconforto nel contare i morti. Esseri umani come noi, come le famiglie e i concittadini degli attentatori; come quei bambini che vediamo tra il fango di chi fugge le guerre e gli odi. E ci domandiamo perché non c’è più pace. Forse non bastano le guerre intestine di tanti paesi? C’è proprio bisogno di altro lutto, di altro odio, di altra vendetta? Se guardiamo il passato c’è stato almeno chi ha chiesto perdono pur essendo innocente. Perdono per il male che un po’ tutte le genti hanno perpetrato lungo i secoli, ma adesso non si chiede più perdono. Piangono i colpiti, si commuovono i vicini, ed esultano quelli che sono lontani da Dio e da civiltà. Non bastava forse la tragedia di ieri in Catalogna dove troppe giovani vite di studentesse sono state spezzate da un inspiegabile incidente stradale? Signore Dio nostro, per quante tragedie dobbiamo ancora piangere? Siamo nella Settimana Santa, la settimana in cui i cristiani rivivono la passione di Cristo. Ma, dopo la tristezza della Passione del Signore Gesù, nel ricordo e nella liturgia noi siamo preparati a vivere e considerare la Resurrezione di Cristo nella Pasqua. E’ questo infatti il messaggio di Gesù Cristo: la morte non è la fine della esistenza umana, perché c’è resurrezione. C’è termine al male e c’è rientro nel Paradiso Terrestre poiché – Gesù ce lo insegna – Dio è amore ed è vita. E la Pasqua per noi deve dire questo. Sofferenza sì, ma con lo sguardo verso l’alto, verso il positivo che non sarà mai vinto dal male. Noi tutti conosciamo questo insegnamento che ci viene dalla fede cristiana, ma adesso per troppi si corre il rischio di perdere la visione e la speranza di un mondo che cammina verso il Regno di Dio, quando l’odio e la cattiveria umana saranno cancellati dalla riscoperta della fraternità universale. Queste cose noi avremmo desiderato ripetere gioiosamente in questa Pasqua imminente, ma oggi la strage di Bruxelles ci toglie la serenità tradizionale dell’annuncio pasquale anche se non può toglierci la certezza dell’annuncio che è proprio della Pasqua. Il popolo greco, nel giorno di Pasqua, usa rivolgere questo saluto: “Christos anesti”, cioè Cristo è risorto, che è chiaro riferimento alla pace, alla gioia, alla primavera dopo l’inverno, alla vita dopo la morte, alla nostra resurrezione dopo ogni male ed ogni schiavitù. Ed allora, per questa Pasqua imminente noi, Assisi Pax, rivolgiamo ancora l’augurio di pace e di fraternità, al di là e al di sopra di ogni guerra, di ogni odio e di ogni cattiveria umana; un augurio di fraternità che può nascere, come altre volte abbiamo ripetuto, da un cambiamento di mentalità e da una riscoperta di spiritualità che è legame con il Dio della pace e dell’amore. Buona Pasqua allora a voi che ci leggete e vi preghiamo di offrire questo saluto pieno di speranza a chi forse corre il rischio di perdere ogni speranza. E Dio vi benedica.

fr. GianMaria Polidoro ofm e Gerardo Navazio Presidente