Ed ora cosa fare?
Carissimi/e, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. Lo abbiamo già detto. Noi di Assisi Pax siamo chiamati a togliere questo mare e rendere vicine le sponde. Sarà il compito del prossimo ventennio che voi (e forse un pezzetto anche io) ci troviamo a realizzare.
Come Associazione, siamo nati riflettendo su Giovanni il Battista e su Gesù che annunciano: “il Regno dei cieli è vicino” (Mt. 3,1; Lc. 17,21) e sulla affermazione di Gesù “Il Regno di Dio è in mezzo a voi” (Lc. 17,21). Probabilmente non molto spesso abbiamo ascoltato una predicazione che punti su tale annuncio, ma l’essenza del cristianesimo la troviamo qui. Regno di Dio, infatti, significa essere in sintonia con Dio nel nostro modo di pensare e di agire. Ci viene detto, altresì, che non dobbiamo andare a cercare questo “Regno” chissà dove, perché con la venuta di Gesù già è visibile l’inizio di tale sintonia con Dio; un inizio che possiamo riconoscere in tanta buona e brava gente che credono in Cristo o che sono a Lui vicini e che operano mettendo in pratica quanto imparano dal Vangelo. Noi facciamo pace quando facciamo qualche cosa per avvicinare le sponde del mare. Di tanto in tanto qualcuno di voi mi dice: ma noi di Assisi Pax cosa facciamo per creare pace? Quali grandi opere produciamo? Ed io rispondo che la pace, prima ancora di essere un ospedale costruito in Africa o un pozzo o una scuola, deve essere un affratellamento, frutto di un volerci bene, altrimenti quello che facciamo è elemosina adatta per scaricarci la coscienza, ma non per creare un mondo nuovo in cui regni la pace. Se io voglio bene ad una persona bisognosa, quello che faccio per lei è un atto di amore e l’amore crea pace. Se non c’è amore, allora si corre il rischio di monetizzare il rapporto, di cavarcela coi soldi e i soldi senza amore non bastano mai ed invitano solo a chiedere di più. Se invece io voglio bene ad una persona, cercherò di aiutarla nella sua necessità che non sempre è fatta di carta moneta e basta. In altre parole dico che se dimentichiamo Dio e la sintonia che dobbiamo avere con Lui, forse facciamo cosa buona, ma non facciamo fraternità; facciamo sociologia. Assisi Pax desidera avvicinare i popoli, cancellare gli egoismi, creare aiuto reciproco.
A tale atteggiamento interiore Assisi Pax aggiunge il pane, la casa, il lavoro, il soldo se necessario. In pratica io intendo dire che noi siamo chiamati a realizzare il desiderio di Gesù che è venuto a portar pace. Ed allora, cosa chiedo a me ed a voi? Chiedo maggiore coesione, più lavoro fatto insieme per aiutare il prossimo. Se avremo forza economica potremo realizzare opere belle; se non avremo forza economica daremo al nostro prossimo quello che potremo, ma lo daremo con amore, perché vogliamo bene. Ed ora vi confido quello a cui tanto spesso penso con tristezza ed amore: io credo ci siano tre grandi necessità per cui lavorare. In paesi sottosviluppati tanti bimbi nascono ciechi e basterebbero piccoli interventi per dare loro la vista; se resteranno ciechi saranno considerati ultimi della società. Ci sono altresì bambini che nascono con labbro leporino; anche per loro si tratta di piccoli interventi per salvarli dall’essere reietti. Ci sono bambini che non avranno accesso all’istruzione e saranno destinati ad essere gli ultimi. Potremo fare qualcosa per loro? Immaginiamo che questo ce lo chieda Dio e Dio ci benedirà.
GianMaria Polidoro ofm