Image by Annett_Klingner from Pixabay
Il Signore disse ad Abramo
Carissimi/e,
fu in Iraq, a Ur dei Caldei che Dio scelse un “arameo errante”, Abramo, per il grande progetto che Egli aveva sulla nostra umanità. Il libro della Genesi, al capitolo 12 così ci parla dell’inizio della rivelazione biblica: “Il Signore disse ad Abram: Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò. Renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra.” (Gen. 12,1-3) e fu l’inizio della storia della salvezza.
Da domani (5 marzo) fino a lunedì, Papa Francesco compirà un viaggio apostolico in Iraq, la patria di Abramo, da dove il Patriarca fu invitato ad uscire per una avventura divina ed umana che avrebbe segnato il futuro della nostra umanità. E’ la prima volta che un Papa si reca in Iraq, terra oggi prevalentemente musulmana. Lì personalmente, tanti anni fa, ho vissuto momenti drammatici quando capo dello Stato era Saddam Hussein ed il cristiano (di famiglia risalente alla evangelizzazione dell’Apostolo Tommaso) Tareq Aziz era primo Ministro. Dopo un tentativo fallito (Parigi-Bagdad, cui fu vietato l’atterraggio), finalmente eravamo riusciti, con P. Benjamin, a rompere l’embargo. Si atterò di notte accolti all’aeroporto dal Vescovo, sacerdoti, frati domenicani e suore. Il giorno seguente celebrai l’Eucarestia in cattedrale. Il periodo storico era tragico: vento di guerra Iraq e USA. Tareq Aziz, allora primo Ministro, nel 2003 cercava di evitare lo scontro. Per questo tentativo, dopo non molto tempo, venne in Italia. A Roma incontrò Papa Giovanni Paolo II. Poi venne in Assisi. Visitando la Porziuncola, dove si attardò nella preghiera, con commozione mi confidò il desiderio della moglie di poter essere con noi proprio alla Porziuncola. Il tentativo di fermare la guerra, però, non ebbe risultato. Al termine del conflitto, ucciso Saddam Hussein, Tareq Aziz si consegnò agli americani. Condannato a morte. Per salvarlo fu organizzato un gruppo legale di difesa iraqueno a cui partecipò il nostro socio avv. Remo di Martino. Tareq fu graziato. E’ morto in prigione nel 2015. Riposa in Giordania dove si è trasferita la famiglia. Perché vi ho raccontato queste cose? Per una speranza: che tutti noi possiamo elevare al Signore una preghiera per quella terra di Abramo dove oggi abitano cristiani e musulmani. Che possano essere sempre in pace, che possano essere gente che attua la benedizione di Dio: Diventerai una benedizione. La benedizione di Dio ad ognuno di noi.
Ne abbiamo bisogno.
fr. GianMaria Polidoro ofm