Le Opinioni di GianMaria Polidoro

(Siamo alla solennita’ della Santissima Trinità. Per alcuni può essere difficile capire ed allora abbiamo pensato di trascrivere il seguente testo nella speranza di fare cosa gradita.)

 

DIO UNO E TRINO

Dio è uno; Dio è trino. Una volta mi sembrava questione di matematica ed il mistero che racchiudeva tale problema, mi appariva del tutto incomprensibile, ma da accettare chiudendo gli occhi. E mi sforzavo di chiudere gli occhi, ogni volta che mi sorgeva un dubbio. La fede era per me qualcosa di non razionale, ma da credere fortemente. Credere, come tante volte ho detto e ripetuto purtroppo a tanta gente nel passato, significava chiudere gli occhi di fronte magari a quel che appariva o poteva apparire come evidenza. Ancor oggi, quando si parla di fede con qualcuno, ne affiora la tentazione.

Molto spesso avverto che la fede è sentita e vissuta come una disposizione dell’anima legata alla irrazionalità; quasi un ritorno all’infanzia delle favole: “C’era una volta…” e si ha paura di trovarsi poi, un giorno, di fronte al nulla, o peggio ancora, di fronte a qualcosa di terrorizzante.

Anche se non te lo dicono è così. Per tanti il mistero di Dio è tenebra che confina con il terrore; un terrore che a volte si cerca di esorcizzare all’interno di una religiosità non convinta e piuttosto superstiziosa.

Come si vede, la categoria della incomprensibilità se non dell’irrazionalità, nell’argomento fede, è sempre presente in un modo o nell’altro in tanta parte del popolo. La incomprensibilità maggiore la troviamo quando si parla del “Mistero della Santissima Trinità”. E questo non solo nella mente del cosidetto “popolino”.

Ed invece la matematica non c’entra nel mistero della Trinità. Non siamo di fronte a uno che è uguale a tre e a tre che è uguale ad uno: quasi in un gioco di prestigio; ma siamo di fronte alla ricchezza di Dio che è Padre e Figlio e Spirito Santo. Una ricchezza talmente vasta che io non riesco a vederla tutta ed a rendermene pienamente conto.

Come quando mi trovo di fronte ad una grande sfera: a mano a mano che le giro intorno vedo il nuovo, ma non ho più davanti agli occhi quel che ho già visto. La sfera non posso abbracciarla tutta e devo contentarmi di vederla a spicchi, perché lo strumento della mia visione, i miei occhi, è limitato.

La Trinità non è un problema da risolvere; è una visione del mistero da contemplare; ed il mistero, (cerchiamo di capirlo) è via di conoscenza. Cessiamo di pensare che il mistero sia l’oscurità, l’ignoto assoluto. Io vi invito ad entrare nell’ottica di Dio che non è contro, ma al di là di quella nostra capacità umana di comprensione che noi seguitiamo a confinare e racchiudere nell’orbita della razionalità.

La via del mistero è girare attorno alla sfera per poterla visionare tutta e poi ricordare quello che hai visto e lo ricordi con le tue categorie di comprensione. Spero di essermi spiegato almeno a sufficienza.

(Dal libro Teologia semplice di GianMaria Polidoro pagg. 33-34)