L’ECOLOGIA PUO’ PORTARE PACE
Considerazioni sulla pace in un ambito militare
E’ la prima volta che scrivo su questo Forum prendendo spunto dall’iniziativa del Ministero della Difesa italiano in Afghanistan riguardo allo sviluppo della coltivazione dello zafferano, portata avanti dai nostri alpini presenti nel distretto di Heràt.
Lo scopo di questo lodevole progetto consiste nel dare ai contadini afgani una valida alternativa alla coltivazione dell’oppio che rappresenta la maggior fonte di reddito dei Signori della guerra e dei talebani.
Tutto questo, a mio avviso, potrebbe essere considerato anche uno dei principali motivi dell’intensificazione degli attacchi ai nostri militari in questi ultimi mesi con perdita di vite umane.
Il progetto, dalle informazioni che ricavo dai media, sta procedendo speditamente nonostante i ripetuti attacchi talebani tesi a far naufragare questa iniziativa.
Infatti, la coltivazione di un ettaro a zafferano rende a coloro che lo coltivano più del triplo rispetto ad uno coltivato a papavero (12.000 dollari stimati contro circa 4.500).
Quando si parla di guerra in quelle terre si pensa prevalentemente all’aspetto “militare” e solo in via del tutto subordinata alla missione di “pace” che i nostri uomini, in questo caso come in varie altre situazioni, stanno coraggiosamente e caparbiamente portando avanti. Nelle ultime settimane, purtroppo, si sono verificati agguati e distruzione degli autocarri che trasportavano il materiale inerente la coltivazione con uccisione degli autisti inermi.
Questo è il “credo” talebano e di Al-Qaida, disumano, spietato, fanatico che si manifesta con atti turpi, violenti e vili, a noi tutti ben noti, come le lapidazioni di donne, gli assassini di medici occidentali, le carneficine nelle chiese di religione cristiana come avvenuto di recente in Iraq.
A fronte di questi gravissimi e pericolosi ostacoli, i nostri militari non si sono scoraggiati continuando a trasportare i materiali necessari, con gli elicotteri, fin nei più sperduti villaggi di quel distretto aiutando le popolazioni innocenti e volenterose a tentare di riscattarsi da una simile tirannia.
Valorizzare le terre trasformando le coltivazioni nefaste in altre positive, sane e redditizie è un’opera altamente meritoria per le nostre truppe e di orgoglio per le nostre istituzioni. Senza dimenticare che anche questo impegno deve essere valutato come rispetto dell’ecologia, in quelle località, e quindi come affermazione della nostra più volte ricordata “pace con il creato”, ispirata da Francesco.
Credo inoltre che la difesa della fede, della nostra cultura e di una visione “illuministica” in un contesto così drammatico sia una delle ultime possibilità che abbiamo per non perdere definitivamente la partita del nostro avvenire verso la conquista ed il mantenimento della pace nel mondo.
L’ostinazione e la tenacia dei nostri alpini, in questo momento, rappresentano una delle poche, e ardue, speranze in un futuro migliore di quel paese martoriato.
Giancarlo Bacchi
San Remo, 10/11/2010