MIKHAIL GORBACIOV

Carissimi/e, la morte di Mikhail Gorbaciov suscita in me grati ricordi personali di pace e la mia preghiera di suffragio si unisce al mio desiderio di pace tra i popoli. Vi invio il ricordo di una avventura faticosa e bella di quattro “visionari” (a detta di qualcuno) ma sognatori di pace: Gianfranco Costa, Sindaco di Assisi, P. Vincenzo Coli custode del sacro Convento, Luigi Panelli laico intraprendente ed io fra GianMaria Polidoro della Porziuncola. Avevamo parlato di pace a Washington con il Presidente Ronald Reagan, (21 febbraio 1984 h. 11,30) ma il Presidente della Unione Sovietica Andropov, sperato altro nostro interlocutore, era venuto a mancare proprio in quei giorni. Ogni nostra speranza sembrava spenta. Ma il Signore Dio non ci aveva abbandonati. Ed ecco il Presidente dei Ministri italiano Bettino Craxi, dopo un incontro col nuovo leader sovietico, ci porta la richiesta del nuovo Presidente sovietico Mikhail Gorbaciov. La richiesta di Gorbaciov così si espresse: “Ringrazio per gli auguri di pace e di benessere al popolo sovietico. Molti pensieri da Voi espressi sono in consonanza con le idee che costituiscono la base della attività internazionale dell’URSS. Obiettivo principale è di liberare i popoli dalla minaccia della guerra nucleare. E le divergenze nella concezione del mondo e nelle convinzioni politiche non devono ostacolare il raggiungimento di questo obiettivo ….Noi consideriamo il Vostro messaggio come contributo alla lotta per questo alto obiettivo. Vi auguro successi nel servire i nobili ideali della pace.”  In pratica: cosa desiderate e cosa suggerite. La risposta fu affidata a me e tra le cose detti anche il suggerimento di passare la prima sera dell’incontro considerando le conseguenze umane di una possibile guerra. E la mia risposta fu consegnata sul prato di San Francesco all’Ambasciatore dell’URSS Lunkov, alla presenza dell’allora nostro Ministro italiano degli Interni, Scalfaro (futuro Presidente della Repubblica) – Carissimi/e, a me non interessano le varie beghe politiche. Ma quel che desidero affermare è condensabile in poche parole: senza una riscoperta di amore tra i popoli, le politiche possono solo fallire. Senza una vita spirituale, nessun essere umano potrà essere considerato fratello/sorella. Senza Dio non c’è speranza di pace.

GianMaria Polidoro ofm