NOSTRO COMPITO

Carissimi/e, abbiamo le ferie alle nostre spalle ed il futuro davanti a noi. E ci domandiamo: il nostro futuro di soci/e di Assisi Pax? qualcuno pone la domanda perché ricorda i tempi dell’entusiasmo, quando sentivamo di avere una buona responsabilità davanti a Dio ed alla società. Cioè spiritualità e cultura. Ma non una spiritualità e cultura a nostro esclusivo uso. Ogni fiaccola che si accede, si accende perché si veda da lontano, ma soprattutto perché dia luce all’intorno. Per la spiritualità c’è una certa fatica per una più matura comprensione. Per la cultura da diffondere (quella umana che ci fa incontrare Dio e la gente) c’è ancora un bel po’ da lavorare anche per avere confidenza con i mezzi di comunicazione. Possiamo però anche affermare che avremmo tutti bisogno di maggiore entusiasmo che è la chiave per aprire la porta delle coscienze. Nostro compito, carissimi/e, è quello di essere portatori e portatrici di spiritualità e cultura in libertà di ricerca. Un compito per cui c’è bisogno di “appropriarci della parola” come diceva don Milani di santa memoria. Parole per far ricerca, che allontanino le divisioni, che aiutino a vedere il positivo e non servano per condannare. E per questo c‘è bisogno di libertà nella ricerca, di scuola libera, di rispetto per ogni persona. Ed aggiungerei: rispetto per ogni cosa creata. Così dobbiamo essere e così ci è richiesto di testimoniare. Che bello se si parlasse di Assisi Pax come “cifra” di chi sa incontrare, rispettare, aiutare e portare cultura nella società. Troppe cose brutte vediamo ed ascoltiamo in questi giorni di guerra e di lotta in cui si esprime cultura del contro invece di una cultura del con in rispetto di chi pensa ed agisce diversamente. Aiutiamo la gente ad amarsi nella diversità ed anche a scoprire se, a caso, dovesse avvertire la necessità di cambiare. Sarà bello incontrare gente che la pensa diversamente, che concordemente si reca al voto, senza astio, per affermare il proprio convincimento e così contribuire al bene del popolo. Ieri ho avuto occasione, presso la Micoperi in Ortona, di rivedere la vita in laboratorio di ricerca, quella micro, dei primordi in cui le cellule di alghe, si succedono, si modificano, si incontrano per essere ancora vita. E questo mi commuove ancora e ne traggo insegnamento da molti anni per la mia vita materiale, spirituale che oggi mi spinge a scrivervi. E Dio vi benedica

fr.GianMaria Polidoro ofm