PER LA LIBERTA’ RELIGIOSA

Il Consiglio d’Europa rivolge un appello per la difesa dei cristiani
Si raccomanda di vigilare sulla libertà religiosa negli Stati membri
STRASBURGO, venerdì, 28 gennaio 2011 (ZENIT.org).- L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha approvato questo giovedì una Raccomandazione composta da 17 punti su “La violenza contro i cristiani in Medio Oriente”.

La Raccomandazione e l’esposizione dei motivi sono state redatte dal membro italiano del Parlamento Luca Volontè. L’approvazione è avvenuta con 125 voti favorevoli, 9 contrari e 13 astensioni.

Il documento segnala che i cristiani sono presenti in Medio Oriente da quando il cristianesimo è iniziato in quella regione, ma che durante l’ultimo secolo le comunità stanno a poco a poco scomparendo.

“La situazione sta diventando sempre più seria dagli inizi del XXI secolo, e se non verrà gestita in modo adeguato ci porterà alla scomparsa, in poco tempo, delle comunità cristiane in Medio Oriente, cosa che implicherebbe anche la perdita di una parte importante del patrimonio religioso dei Paesi interessati”, si dichiara nel documento del Consiglio.

Il Consiglio Europeo condanna espressamente i due recenti episodi di violenza contro i cristiani: l’attacco a una chiesa di Baghad (Iraq) e l’attentato del 1° gennaio ad Alessandria d’Egitto. Menziona anche l’episodio avvenuto a Natale a Cipro.

“L’Assemblea chiede alla Turchia di chiarire totalmente le circostanze in cui è avvenuta l’interruzione della celebrazione della Messa cristiana di Natale nei paesi di Rizokarpaso e Ayia Triada, nella zona nord di Cipro, il 25 dicembre 2010; ha chiesto anche di fare il possibile per portare i colpevoli davanti alla giustizia”, afferma il documento.

“L’Assemblea chiede anche all’Iraq e all’Egitto di essere trasparenti e decisi nei loro tentativi di portare i colpevoli degli attentati di Baghdad e di Alessandria di fronte alla giustizia il prima possibile”.

La Raccomandazione afferma inoltre che “le libertà di pensiero, di coscienza e di religione, inclusa l’opportunità di cambiare la propria religione, sono diritti umani universali”.