Assisi, 04 ottobre 2020 SOLENNITA’ DI SAN FRANCESCO
Carissimi/e, in questa occasione, vi trasmetto un testo tratto da alcune delle lettere lasciate da san Francesco. Questa volta è Lui che vi parla e non GianMaria. Ascoltiamolo:
“A tutti…ai quali perverrà questa lettera, frate Francesco, il più piccolo dei servi di Dio, augura salute e pace santa nel Signore”(245). “Ascoltate, miei signori, figli e fratelli e prestate orecchio alle mie parole … obbedite alla voce del Figlio di Dio. Custodite nella profondità del vostro cuore i suoi precetti ed adempite perfettamente i suoi consigli. Lodatelo poiché è buono ed esaltatelo nelle opere vostre. Per questo egli vi mandò per il mondo intero, affinché rendiate testimonianza alla sua voce con la vostra parola e le vostre opere” (216). “In questo io voglio conoscere se tu ami il Signore ed ami me suo servo e tuo, se ti comporterai così e cioè: non ci sia alcun frate (fratello/sorella) al mondo, che abbia peccato, quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato. E se in seguito mille volte peccasse, amalo più di me per questo (235). E tutti coloro che fossero a conoscenza del peccato di qualcuno, non gli facciano vergogna né dicano male di lui, ma ne abbiano grande misericordia e tengano segreto il suo peccato, perché non i sani, ma i malati hanno bisogno del medico (237). “Baciandovi i piedi e con tutto l’amore di cui sono capace, scongiuro tutti voi, che abbiate, per quanto vi è possibile, grande riverenza ed onore verso il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, (presente nella Eucarestia) in cui tutte le cose che sono in cielo e in terra sono state pacificate e riconciliate a Dio onnipotente (217). Gli scritti che contengono i nomi e le parole del Signore, ovunque fossero trovati in luoghi sconvenienti, siano raccolti e collocati in luogo degno (242). Coloro che vanno tra chi non crede in Cristo possono comportarsi in due modi. Uno è che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni umana creatura per amore di Dio e confessino di essere cristiani. L’altro modo è che quando vedranno che piace al Signore annunzino la parola di Dio perché credano in Dio Padre e Figlio e Spirito Santo … e si facciano cristiani …(43). (E qualche giorno prima di morire Francesco così scrisse alla cara Amica romana, Jacopa dei Sette Soli): A donna Jacopa, serva dell’Altissimo, frate Francesco poverello di Cristo, augura salute nel Signore e la comunione dello Spirito Santo. Sappi, carissima, che Cristo benedetto, per sua grazia, mi ha rivelato che la fine della mia vita è ormai prossima. Perciò se vuoi trovarmi vivo, vista questa lettera, affrettati a venire a Santa Maria degli Angeli perché se non verrai prima non mi potrai trovare vivo. E porta con te un panno di cilicio (cenerino) in cui tu possa avvolgere il mio corpo. Ti prego ancora di portarmi di quei dolci, che eri solita darmi quando mi trovavo ammalato a Roma (254-255).
(I numeretti servono per ritrovare nelle “Fonti Francescane” gli scritti riportati. E preghiamo con Francesco: Alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del mio cuore. Dammi fede diritta, speranza certa e carità perfetta, senno e conoscenza per osservare i tuoi comandamenti.
E in questa occasione accogliete saluti ed auguri del Presidente Gerardo e miei.
Aff.mo GianMaria.